«Immaginate un mondo in cui la gente evita come la peste la televisione, radio, film, internet, giornali, riviste. In cui al posto di guanti e preservativi ci si mette i tappi nelle orecchie».
(Chuck Palahniuk, Ninna nanna)
Yogyakarta, 15 aprile 2020
Giorno 9
Giorno 9?
Come ci siamo arrivati?
Ricordo che il conteggio dei giorni di questo diario parte dalla quarantena solitaria, cioè dal giorno in cui la mia cara ormai ex-coinquilina e migliore amica mi ha abbandonata senza una parola di congedo. La quarantena effettiva va avanti già da un mese. Continuo a ripeterlo più che altro a me stessa.
Sto ancora buttata sul concetto indonesiano di ‘letto’ (cioè sulla mia stuoia in bambù con materasso).
Mi sa che oggi mi toccherà accendere le luci in giardino sin da prima mattina (che poi per me è sempre primo pomeriggio) dato che sta preparando un temporale magistrale ed è già tutto scuro.
Anche oggi mi sono alzata tra le undici e mezzogiorno. Mi sono messa subito all’opera: ho mandato alcuni articoli ad una mia collega; ho rinnovato l’iscrizione annuale all’ICTM all’ultimo secondo come da tradizione. E ho appreso che probabilmente il convegno di giugno verrà spostato. E anche il viaggio in Birmania andrà a farsi benedire grazie al Covid19.
Ho anche cominciato a pensare di iniziare un articolo che dovevo aver già finito. Quasi mi sono sentita di strafare.
Poi mi sono gettata nel meraviglioso mondo dei live Instagram, invitata da diverse amiche indonesiane. Come se già non bastasse il fantastico mondo delle videochiamate. Tutti poi continuano a dare per scontato che io possa abusare della connessione internet, dimenticano che qui non c’è traccia di WiFi.
Non so se continuare a fare audio-diari da trascrivere, mi sento un po’ una deficiente a parlare da sola.
Ma voglio comunque continuare a registrare le mie memorie da rileggere in tempi migliori. Magari da un comodo divano dopo una doccia calda, sotto l’aria condizionata e finestre spalancate senza timore che entri il Fantastico Mondo del Fantastico (come ho fatto a ricordarmi questa cosa?).
Anche oggi ha fatto l’acquazzone quotidiano.
Almeno ha rinfrescato un po’, non se ne poteva più dell’atroce afa da mezza-stagione (cioè quando carica al massimo come se dovesse scatenare il monsone del secolo ma poi non piove perché è una stagione secca ‘vorrei ma ancora non posso’ e quindi ti tieni la cappa di umido che abbatte tutto, compresi i sentimenti).
Di questo passo riuscirò forse a tornare in Italia in estate.
Anche quest’anno rivediamo l’inverno l’anno prossimo.
Ovviamente mi si è rinfradiciata l’amaca.
Ho fatto colazione con pane e Nutella (quella prodotta in Thailandia). Poi mi sono sentita in colpa e non ho pranzato.
Poi mi sono detta ma di che mi devo sentire in colpa già vivo in un film d’avventura di serie B.
Quindi ora mi farò le polpette con macinato di pollo e zucchine geneticamente modificate.
(Sempre per il discorso dell’umore stabile).
Comunque, dopo diversi successi culinari, ieri sera il pollo coi funghi inquietanti ha rimesso in paro la situazione. Era una cosa ignobile. La maizena ha incollato tutto tipo flubber. Ci potevi stuccare le finestre, e i funghi erano 100% gomma arabica.
Non so quando finirà quest’incubo, ma quando succederà, la prima cosa che farò sarà mangiare qualcosa non cucinato da me.