La grigia sabbia brucia
A mezzogiorno, Abdi dalem
I cortigiani, l’alta cultura.
Il palazzo è quieto, le donne in nero
I capelli raccolti, la blusa scura
La divisa in seta, la musica sacra
Kembang batu, il fiore di giaca.
Hadiluhung, semedi
Vorrei gridarlo
Jarwa purwa
Il fiore di giaca
Sua maestà.
Mi fu donato un fiore, tempo fa
(La divisa da cortigiana è così stretta)
Mi fu donato un fiore, per non dimenticare
Per non mentire, vorrei morire
Sulle colline di Wonosari.
Hadiluhung, semedi
Vorrei gridarlo
Jarwa purwa
Il fiore di giaca
È sua maestà.
Ho fatto un patto con Roro Kidul
Nella sua veste smeraldo
Quando il sole calava
Sul mare del sud di Giava.
Il mio tetto gocciola,
Il mio risciò sterza, nel mezzo
Di una strada polverosa.
Hadiluhung, semedi
Vorrei gridarlo
Jarwa purwa
Il fiore di giaca
Egli è sua maestà.
Il tuo ronde jahe
È pronto, all’ora del maghrib
Nella piazza principale.
Pianta l’albero della vita
Nel mezzo dello schermo di tela
La storia è finita
E ho scelto la mia via.
Hadiluhung, semedi
Vorrei gridarlo
Jarwa purwa
Il fiore di giaca
Maestà.
Eppure umano.
Nel 2020 si concludeva il mio lungo periodo di vita, ricerca e carriera artistica in Indonesia. Nel 2020 ho trascorso l’ultimo magnifico anno come tirocinante nel dipartimento di musica e arti sceniche del Kraton (Palazzo Reale) di Yogyakarta, Giava Centrale. Ogni mattina entravo a palazzo in abiti da cortigiana seguendo le ferree regole del galateo cortese e mi univo alle altre cantanti negli ampi padiglioni decorati, attraversando giardini di sabbia rovente a piedi nudi con passi misurati, e rimanevo ore inginocchiata cantando brani dal contenuto mistico e poetico. Nel 2020 ho composto l’unica vera canzone che sia mai stata in grado di comporre, che racchiude tutta la mia vita a Giava ( tutta la mia vera vita) e che, tradotta in italiano, assume la forma di questa poesia.