Città di transito

Irrequietezza
Sempre e comunque in bilico
A passo incalzante e malfermo
La nevrosi del tempo, sempre in atto
Malati di equilibrio precario
Adrenalinico
È comodo ma mai statico
Il mondo
Per chi è affetto da nomadismo cronico.

Bagni di umanità e proiettore sul passato
Spento
Città di transito.

Catapultati in pasto al moto perpetuo
In modo atavico e compulsivo
Una mappa messa in mano a un tossico
Guida verso roccaforti del nulla
Capisaldi di desolazione a perdita d’occhio
Una bussola culla l’anima gravida
Di figlie della crisi d’epoca più anomala
La malattia della strada
Fermi mai.

Placo il mio animo inquieto col moto
Chi si ferma è perduto
Nel baratro
Del destino certo e del punto fermo
Del come sarebbe stato
Se avessi detto o fatto
Se mai ci fossi andato
Non avendo mai visto con gli occhi del nomade
L’anomalo
Il non-consono modello di vita
Di chi appartiene all’altro lato del confine iconico
Di chi resta dov’è
Senza sprofondare in un vuoto cosmico.

Città di transito e uffici doganali
Confini fluidi, ritorni, paesaggi, passaggi, incontri, addii,
Cambi di rotta, bicchieri pieni, ricordi incrinati,
Biglietti, valute, effetti personali, affetti precari, luci, tramonti
E buio.

In bilico su una punta di compasso
I capelli al vento
Un’alba su un taccuino logoro
Il treno riparte
Fermi mai.

Un consiglio chiesto da un sedile scomodo
Le tappe
Qualche folle con un punto di vista ironico
Nelle piazze
Campanili gotici e salotti di bella figura, gatti ai davanzali,
Abitanti scettici, affari locali, dialetti incomprensibili,
Campagne brulle e capoluoghi frenetici, stare al passo
Con pareri di saggi incontrati dietro vetrine
E sulle banchine
Una frase detta di corsa, uno sguardo d’intesa,
Un sorriso, un favore, delle urla nel retro bottega.

Svegliarsi in letti sfatti e bagni affollati
Scambiarsi vite come biglietti del tram,
Per pochi euro, per poche ore
E per favore.

Timbri sul documento, tacche incise nell’animo,
Città di transito
Fermi mai.

Momenti di calma in superficie
E dentro magma liquido
Il ritorno è un soffio tiepido
Il viaggio un coito
L’arrivo il gelo.